Terminati cinque giorni di incontri e presentazioni, di reading e concerti, di feste e di libri, cala il sipario sul trentesimo Salone di Torino, l’edizione dei record, quella oltre “oltre i confini”, se vogliamo citare il titolo della kermesse, la più “sentita” dal pubblico e dagli addetti ai lavori. Quest’anno sono stati 165.746 i biglietti staccati, ben trentottomila in più rispetto allo scorso anno, quando i biglietti erano stati quasi centotrentamila. Alla conferenza stampa ufficiale il presidente della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura Massimo Bray e il direttore editoriale Nicola Lagioia, si sono rivelati più che soddisfatti per i risultati ottenuti: “Il salone vuole essere uno dei più importanti laboratori di pace e convivenza civile a livello europeo”, ha spiegato il vincitore del Premio Strega nel 2015. “In questi cinque giorni – ha aggiunto – è accaduto qualcosa che riguarda l’idea di comunità, di trovarsi insieme, di fare esperienza attraverso la cultura e i libri. Abbiamo dimostrato che noi italiani possiamo essere un modello per gli altri Paesi”. E soddisfatta posso ritenermi anch’io che oltre ad aver vissuto un Salone più bello che mai, sono stata premiata, per il secondo anno di fila, al concorso letterario della casa editrice Historica Edizioni, che ha pubblicato un mio racconto nella nuova antologia “Racconti dal Piemonte”.